venerdì 8 aprile 2016

Come tutto ebbe inizio...

La terra sotto di lui continua a tremare secondo un ritmo costante e cadenzato; eppure, Sileon è troppo impressionato dal passo marziale delle truppe che sfilano davanti ai suoi occhi per provare un qualsiasi sentimento di paura. Ha ricevuto l’ordine di spiare in segreto i movimenti del nemico e di riferire il prima possibile al suo popolo, in modo da non ritrovarsi impreparati al momento di uno scontro che pare sempre più inevitabile. A tal fine, ha deciso di sfruttare una folta massa di arbusti in cima ad una collinetta come punto di osservazione, esattamente come ha già fatto mille volte in passato sulle tracce di una preda; con l’unica differenza che, stavolta, i ruoli sembrano invertiti e il pericoloso predatore ha tutta l’aria di essere questo esercito di soldati dalle corazze scintillanti, avvolte in paramenti color porpora, che marcia all’unisono in una curiosa, quanto solida, formazione a rettangoli, apparentemente inespugnabili. Non appena il sole inizia il suo lento declino che lo porterà a sparire dietro alle possenti Alpi fino al giorno successivo, Sileon abbandona il suo rifugio improvvisato e si lancia in una corsa sfrenata verso il proprio villaggio. 




Cinque chilometri attraverso scoscesi pendii si fanno sentire anche sul suo corpo atletico, temprato da ormai venti rigidi inverni, e quando si imbatte nel druido Creoses non può fare a meno di cadere a terra sulle proprie ginocchia, più per la fatica che come forma di rispetto nei confronti dell’anziano saggio.
“Riposati, guerriero, prima di narrarmi cosa hanno visto i tuoi occhi da cacciatore”, sono le parole che lo accolgono mentre cerca di rifiatare.
“Sommo Creoses, i nostri più reconditi timori si sono avverati… Ricordi i racconti dei popoli delle paludi, a proposito dei soldati giunti dalle calde terre meridionali? Ecco, dopo aver messo a ferro e fuoco i fertili campi della pianura, ora marciano compatti per portare guerra a noi Salassi!”
“Quanti sono?”, domanda il druido ostentando una calma quasi innaturale, vista la gravità del momento.
“Diverse decine di migliaia di uomini, ognuno attrezzato con armi e armature lucenti, addestrati a combattere come un’unica entità assetata di vittoria… Nel giro di una sola giornata dal loro arrivo, sono riusciti nell’impresa di allestire un accampamento provvisto di ogni servizio atto a sostenere un’armata in battaglia”
A questo punto, Creoses si raccoglie in un religioso silenzio, meditando su tutto ciò la sua decennale esperienza di sacerdote gli ha insegnato. Improvvisamente, egli interrompe la sua trance mistica per esporre un piano di difesa quanto mai articolato: “O forte  Sileon, il tuo compito non è ancora terminato. Va’ dai tuoi compagni d’arme, e raduna tra loro i più valorosi e sprezzanti del pericolo; al fianco di essi, prima che albeggi, visita ogni singolo insediamento alleato e con la forza dell’esempio sforzati di reclutare un numero sufficiente di combattenti per contrastare l’avanzata del nemico in una battaglia campale. Ma frena per un attimo il loro entusiasmo, perché non sia che i Salassi scendano in guerra senza aver reso onore alla Grande Madre Terra; vi aspetterò quindi al Sacro Albero che abbevera la sue antiche radici sulla riva del fiume, quello che scorre dalle imponenti cime del Nord. Lì, esattamente come prima di noi i nostri antenati, celebreremo un rito di comunione con la Natura, allo scopo di propiziarci gli spiriti protettori  del terreno che calcheranno i nostri piedi, mentre le nostre mani volgeranno  spade e scudi contro l’invasore!”


Il guerriero, al solo udire quelle frasi così decise, riacquista immediatamente fiducia e la stanchezza abbandona le sue membra; pronto ad eseguire l’ordine, rivolge unicamente un’ultima domanda al saggio: “E se dovessimo uscirne sconfitti? Che ne sarà delle nostre donne, dei nostri bambini e della nostra terra?”
“Non disperare, tu sei giovane e forse non sai che il nostro popolo nasconde radici ben più profonde di quelle che puoi immaginare; esiste una Valle sicura, da dove noi Salassi proveniamo, che non esiterà ad accoglierci nuovamente nel caso le circostanze lo imponessero, per offrirci un luogo in cui difenderci efficacemente. Questi soldati di cui parli saranno anche imbattibili in pianura, ma nessuno conosce la montagna come noi”.
Sileon quasi si perde le ultime parole del discorso, ansioso com’è di saggiare la rinomata solidarietà tra Salassi; mentre riprende a scattare con il vento che gli scompiglia la lunga chioma fulva, il suo pensiero corre al futuro, suo e del suo popolo, ma non può minimamente immaginare gli sconvolgimenti cui, di lì ad un secolo, andrà incontro quella terra incontaminata che sta attraversando a perdifiato…




E’ il 143 a.C., e la Valle d’Aosta fa prepotentemente capolino nel bel mezzo della Storia; paradossalmente, il tutto avviene a relativa distanza dai suoi confini geografici fissati dalla catena alpina. Infatti, quello è l’anno in cui i Salassi, popolazione che storicamente abita la nostra regione a partire dalla prima metà del I millennio prima di Cristo, si scontrano con i Romani, i quali, dopo aver sancito il proprio dominio sull’intero Mediterraneo grazie alle Guerre Puniche, iniziano ad affacciarsi sui freddi territori dell’Europa Continentale. Teatro della battaglia è la piana tra Brandizzo e Verolengo, nel pieno del Canavese, che rappresenta la massima estensione del dominio salasso al di fuori della Valle d’Aosta. Questa primissima ostilità si risolve a sorpresa con una schiacciante vittoria dei locali, forti probabilmente di una maggiore conoscenza strategica della zona e complice anche una sottovalutazione da parte dell’esercito romano, al punto tale da preoccupare seriamente il Senato dell’Urbe (le cifre oscillano tra le cinquemila e le diecimila perdite tra le file dei Latini). A partire da questo massacro, i Romani cercheranno di ribaltare le sorti della campagna militare trovando comunque sempre una strenua resistenza da parte dei Salassi, non a caso ritenuti tra le popolazioni di origine celtiche più coese e determinate a mantenere la propria identità culturale. Servirà più di un secolo per assistere ad una schiacciante vittoria romana, ma di questo si parlerà nella prossima puntata… 

Introduzione al Blog




Benvenuti all'interno del primo blog tenuto dal Gruppo Giovani Stella Alpina. L'obiettivo che vogliamo perseguire è quello di affrontare, forti del supporto dei nuovi mezzi di comunicazione, un tema che riteniamo di fondamentale importanza: il passato storico-politico della Valle d'Aosta. Senza risultare noiosi o troppo scolastici, vorremmo che la tradizione della nostra Regione venga conservata intatta nella memoria delle nuove generazioni, che se da un lato hanno la sfortuna di non aver potuto vivere di persona gli eventi che hanno contribuito a forgiare l'autonomia del nostro territorio, dall'altro dispongono di tutti gli strumenti necessari a sopperire a tale mancanza; e ci auguriamo che il blog inaugurato da questa introduzione possa rientrare nella cerchia di questi preziosi strumenti. Ricordiamo che gli articoli maggiori (in generale strutturati secondo due parti distinte, di cui la prima a carattere narrativo e la seconda di approfondimento più prettamente nozionistico) verranno pubblicati su questo blog a cadenza quindicinale, parallelamente ad approfondimenti multimediali più brevi concepiti con il fine di ingannare l'attesa intercorrente tra gli episodi successivi, contribuendo allo stesso tempo ad alimentare l'atmosfera del periodo storico in esame. Chiunque volesse approfondimenti potrà contattarci privatamente, facendo riferimento sia al profilo dell'amministratore del sito, sia ai contatti forniti sulla nostra pagina FB. Buona lettura!
Gruppo Giovani Stella Alpina